Solitudine, i fuochi d'artificio
che fioriscono - dopo, cade una
stella.
Masaoka Shiki (1867-1902), Haiku
淋しさや花火のあとの星の飛
ぶ 正岡子規
Nell’immaginario collettivo del mondo occidentale parlare di Giappone vuol dire evocarne la straordinaria modernità che va a braccetto con le tradizioni antiche, la natura selvaggia
che si ferma nella caducità dello spettacolo dei ciliegi in fiore come nell’imperturbabile profilo del monte Fuji, il tempo fermato della Grande onda del maestro Hokusai o che scappa
via sui treni supersonici sopraelevati. Grattacieli e pagode, robot e geishe, la folla di Shybuya, i corpi compressi dei vagoni delle metropolitane.
E tante persone sole.
122 milioni di vite (tanti sono gli abitanti del Giappone registrati nel 2023) che si intrecciano, si sfiorano, spesso non si toccano neppure. Dal 2021 è stato costituito il
Ministero per la Solitudine che ha lo scopo di monitorare lesituazioni di isolamento sociale “per la promozione del coinvolgimento dinamico di tutti i cittadini”.
Le immagini qui riprodotte scrutano volti, spiano pensieri, accarezzano sguardi variamente incrociati.
Ne scaturisce un racconto universale che va oltre gli stereotipi e le situazioni contingenti da cui lo scatto è nato, una riflessione sul quotidiano di un’umanità in perenne corsa.
Tutto funzionerà, alla fine.
Nankuru nai sa.
なんくるないさ
Queste immagini sono state oggetto di una mostra nell'Aprile 2024 presso i cantieri culturali della Zisa a Palermo